Il teatro non è solo il testo. Almeno non lo è più da tempo, mai più lo sarà. E’ messinscena, cioè riscrittura, contaminazione, fusione di codici eterogenei e solo apparentemente contraddittori. Ogni riscrittura moltiplica i significati, garantisce la sopravvivenza dei testi e la rilettura infinita. Alla consuetudine che, di epoca in epoca, ha visto i diversi sistemi (la narrativa, il teatro, il cinema, la televisione) guardarsi con sospetto e malcelata diffidenza, è subentrata la convivenza solidale, il patto di assistenza reciproca. I linguaggi si attraversano, si sovrappongono, si confondono. Fioriscono così, da sempre, le sperimentazioni, ipoteche di un destino sempre foriero di promesse.
