Camicie rosse e nitrato d’argento

Non una semplice antologia delle pellicole che hanno raccontato il Risorgimento italiano, ma un film di montaggio costruito attingendo a scene che appartengono a circa cinquanta opere della filmografia sull’argomento – da La presa di Roma (1905) a Noi credevamo (2010). Un’operazione di metacinema, di riuso e anamorfosi narrativa di materiali esistenti, in funzione di un’ipotesi di rilettura della storia di una nazione, la nostra, che è nata, si è unita, è progredita, ma non è riuscita appieno a riconoscere la propria identità. L’ha cercata quasi scolasticamente, elementarmente, in quei miti che, come fantasmi, trovano dimora nella retorica dell’immaginario popolare, come i monumenti agli eroi del risorgimento e le tombe storiche, mosaico di simboli, date, nomi. Ma in queste immagini può identificarsi l’Italia? È una rappresentazione retorica o è specchio, seppure parziale, della realtà? E quest’immagine può legittimamente riflettersi nel mito dell’eroe, del combattente?

Le scene utilizzate sono tratte dai seguenti film:

La presa di Roma (Filoteo Alberini, 1905); Il piccolo garibaldino (1909); Anita Garibaldi (Mario Caserini, 1910); I Mille (Alberto degli Abbati, 1912); 1860. I Mille di Garibaldi (Alessandro Blasetti, 1934; 1951); Il re burlone, (Enrico Guazzoni, 1935); Piccolo mondo antico (Mario Soldati, 1941); Un garibaldino al convento (Vittorio De Sica, 1942); Il cavaliere del sogno (Camillo Mastrocinque, 1946); Il brigante di Tacca del Lupo (Pietro Germi, 1952); Altri tempi – ep. Il tamburino sardo (Alessandro Blasetti, 1952); Camicie rosse (Goffredo Alessandrini, 1952); Il segreto delle tre punte (C. L. Bragaglia, 1952); Senso (Luchino Visconti, 1954); Cento anni d’amore – ep.Garibaldina (Lionello De Felice, 1953); Destinazione Piovarolo (Domenico Paolella, 1955); La nipote Sabella (Giorgio Bianchi, 1958); Fra’ Manisco cerca guai (Armando W. Tamburella, 1960); Viva l’Italia (Roberto Rossellini, 1960); La lunga calza verde (Roberto Gavioli, 1961); Vanina Vanini (Roberto Rossellini, 1961); Il gattopardo (Luchino Visconti, 1963); I figli del leopardo (Sergio Corbucci, 1965); L’amante di Gramigna (Carlo Lizzani, 1968); Nell’anno del Signore (Luigi Magni, 1969); …correva l’anno di grazia 1870 (Alfredo Giannetti, 1971); Bronte – Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (Florestano Vancini, 1972); Amore e ginnastica (Luigi Filippo D’Amico), 1973); Le cinque giornate (Dario Argento, 1973); San Michele aveva un  gallo (Paolo e Vittorio Taviani, 1976); Allosanfàn (Paolo e Vittorio Taviani, 1976); In nome del Papa re (Luigi Magni, 1977); Arrivano i bersaglieri (Luigi Magni, 1980); Verdi (Renato Castellani, 1982); Kaos – ep. L’altro figlio (Paolo e Vittorio Taviani, 1984); Cuore (Luigi Comencini, 1984); Non ci resta che piangere (Roberto Benigni e Massimo Troisi, 1984); Superfantozzi (Neri Parenti, 1986); Il generale (Luigi Magni, 1987); O’ re (Luigi Magni, 1988); Domani accadrà (Daniele Luchetti, 1988); In nome del popolo sovrano (Luigi Magni, 1990); L’eroe dei due mondi (Guido Manuli, 1994); Li chiamarono briganti (Pasquale Squitieri, 1999); La carbonara (Luigi Magni, 1999); Le cinque giornate di Milano (Carlo Lizzani, 2004); I Vicerè (Roberto Faenza, 2007); Noi credevamo (Mario Martone, 2010).

SCHEDA TECNICA – Durata: 41’

CREDITSRegia: Rosario Castelli

PRODUZIONE: Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi di Catania. La.mu.s.a. Laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva

Postproduzione: Alessandro De Caro

Assistenti alla postproduzione e grafiche: Carmelo Emmi, Antonio Caia

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